Circolo Culturale Postmoderno Aurora:
Aurora è il titolo di un celebre libro di Friedrich W. Nietzsche pubblicato per la prima volta nel 1886, in apertura l’Autore scelse di porre una sentenza enigmatica e affascinante tratta dal Rigveda: «Vi sono tante aurore, che devono ancora risplendere.»
Da qui abbiamo scelto di partire, accompagnati dalla luce dell’aurora che verrà, col sorriso rivolto al futuro mai dimentichi delle nostre radici e delle nostre origini culturali.
Il libro di Nietzsche è una fermapresa di coscienza della perdita di senso dei valori morali, presupposto per quella che sarà la terribile presa di coscienza successiva: «Dio è morto.»
Dunque l’enigma posto dal Nietzsche “illuminato” di questo periodo è precisamente questo: bisogna scavare, scendere fin nelle viscere della terra, per poi rivedere la luce di nuove aurore, l’alba che segue il tramonto. La decadenza, ci vuole dire il filosofo tedesco, si supera con il sorriso sulle labbra, con la gioia di vivere nel cuore. Nuovi valori sorgono quando l’uomo riprende possesso di sé.
Ecco allora il significato insieme spirituale e vitalistico che ne traiamo: creare gioiosamente, mescolare influenze le più differenti, osare e uscire dalle convenzioni, questo è per noi arte e questo tipo di arte, soprattutto, ci interessa. «È per questo che sono scrittori. Non potevano sopportare che tutti andassero in una direzione e così sono andati un po’ dall’altra parte.» scrisse Bukowski.
Il nome Aurora si carica di tanti e tali contenuti che vale più come un’immagine evocativa, piuttosto che come una semplice nome; ognuno potrà vederci ciò che dentro di sé sentirà emergere.
Così Nietzsche: «Il primo effetto della felicità è ilsenso di potenza: questa vuole esternarsi, sia verso noi stessi, che verso altri uomini, idee o esseri immaginari. I modi più consueti di esternarsi sono: far dei doni, deridere, annientare – tutti e tre con un comune istinto fondamentale.»
Nell’arte l’uomo si libera, il suo spirito trova un’oasi in cui rinfrancarsi e ritrovarsi, dove creare ed essere creato dall’arte stessa, compagna di un cammino culturale senza fine.
È l’avanguardia artistica che più d’ogni altro movimento spinge affinché la creatività abbia pieno sviluppo e affinché essa non abbia alcun limite e superi ogni steccato precostituito; in questo senso tutte le avanguardie del ‘900, in tutti i campi, scultura, poesia, letteratura, musica, grafica, fumetto, moda, teatro, cinema ecc. saranno oggetto di attenzione e – ce lo auguriamo - di superamento. Senza limiti o idee preconcette si prenderanno dunque in considerazione Kerouac, Joyce, Pound, Marinetti, Lang, Otomo, Totò, Capitan Harlock, Jacovitti, Carmelo Bene, Chatwin e tutti coloro, personaggi reali o immaginari, che di volta in volta attireranno la nostra sensibilità ed attenzione, mantenendosi però sempre nel solco dell’innovazione e della creazione attiva.
Se i propositi teorici sono di riscoperta delle avanguardie e di loro rielaborazione, secondo le preferenze di ognuno, ecco che si svela l’utilità, e quasi la necessità, di laboratori di creatività e dello spazio lasciato alla creazione personale, che è per noi il primo passo verso la piena realizzazione artistica dell’uomo creatore di mondi.Novità, fantasia, invenzione, sorriso, satira, scherno, derisione, originalità, personalità sono solo alcuni degli aspetti che fanno un’avanguardia. Sarà solo un passo verso l’innovazione, ma almeno avremo riscoperto assieme il senso della comunità artistica che nella festa creatrice diviene avanguardia.
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