sabato 19 aprile 2008

Il Superuomo di D'Annunzio: Interpretazione dannunziana di Nietzsche e Romanzi del superuomo

D’Annunzio riprende il pensiero di Nietzsche, ignorando la critica che il filosofo attua nei confronti dell’ideologia, la quale tende ad inquadrare la realtà all’interno di schemi rigidi formati da presunte verità, e, invece, ne esalta l’aspetto vitalistico, attraverso l’esaltazione della volontà dipotenza (impulso fondamentale della vita), e l’aspetto dionisiaco, che ci spinge ad immergerci nel caos della vita stessa. L’estetismo si fonde con il bellicismo, che non ha più solamente motivazioni nazionalistiche, ma, diventa celebrazione della violenza e della strage.


Nelle opere del superuomo dannunziano, l’esteta unisce, così, il culto della forza a quello della bellezza, trasformandosi da dandy in superuomo.


Nel romanzo “Le Vergini delle rocce”, il protagonista, Claudio Cantelmo, è alla ricerca di una donna degna di lui, con cui dare vita ad un figlio, che sia il futuro Re di Roma ed il capostipite di una razza superiore.
L’arte, in particolare la poesia, viene concepita come strumento per difendere la Bellezza, possibile solo in una società elitaria, dalla meschinità della democrazia borghese e dall’arroganza delle plebi (la “Gran Bestia”).
D’Annunzio mantiene, perciò, le stesse posizioni che aveva assunto nell’articolo “La Bestia elettiva” (25-26 settembre 1892) che scrisse per Il Mattino. Nel quale, attacca il suffragio universale sostenendo che “è stato inventato con straordinaria accortezza per spogliare le plebi dei propri diritti” e disprezza le plebi affermando che “resteranno sempre schiave e destinate a soffrire”.
Ovviamente, il romanzo riceve il nome dalla celebre opera di Leonardo, pensato dall’autore come l’eroe rinascimentale per eccellenza, in cui trovano sintesi pensiero e azione, vita e arte.

Nel romanzo “Il Fuoco”, il protagonista, Stelio Effrena, ha superato i dubbi che aveva Andrea Spirelli ne “Il Piacere”, il quale nel tentativo di “fare la propria vita come un’opera d’arte” si era scontrato con una società di massa che al valore qualitativo della Bellezza aveva preferito quello quantitativo del profitto.
Qui, invece, l’artista diviene in grado di imporsi sulle masse attraverso la manipolazione culturale e la creazione di nuovi modelli di vita.

La ricerca dell’onnipotenza dell’io, però, deve scontare anche il rischio della vanità dello sforzo e della sconfitta.
Nel “Forse che sì forse che no”, ad esempio, il protagonista troverà il riscatto e la gloria grazie ad un eroico volo aereo. La macchina diviene, in tal modo, il mezzo che consente al superuomo la sua affermazione.

In definitiva il superuomo dannunziano piega l’intero mondo che lo circonda (la donna, le macchine, la natura,..) al proprio progetto di affermazione.

Pubblicato su UNO PROVOCATORIO

Bibliografia:
- “Il piacere”, Gabriele D’Annunzio, Classici Moderni Oscar Mondadori

- “Le vergini nelle rocce”, Gabriele D’Annunzio, Oscar Mondadori
- “Linea di una bibliografia italiana su Nietzsche”, a cura di Roberta Amà e Donatella Cervi
- Tratto e liberamente rielaborato da “Il mito del super uomo”, La scrittura e l’interpretazione - Volume 3, G. B. Palumbo Editore, 2000
- Storia e antologia della filosofia – Ottocento e Novecento, Editori Laterza, 2000

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