martedì 27 maggio 2008

Henri de Toulouse-Lautrec


Henri de Toulouse-Lautrec (1864-1901) è un pittore francese, tra le figure più importanti del panorama artistico di fine '800.
Nato da una famiglia di origini nobili ebbe fin da piccolo un cagionevole stato di salute, inoltre all'età di 13 anni si ruppe entrambi i femori. Le sue gambe non guarirono del tutto e smisero di crescere; così da adulto era alto 1,52 m, ma gli arti inferiori erano quelli di un bambino. Queste menomazioni lo spinsero ancor di più a concentrarsi nel campo artistico, diventando un talentuoso pittore e ritrattista, sulla scia dei colleghi impressionisti (fu un grande ammiratore di Cézanne, Renoir, Manet e in particolar modo di Degas). Henri conobbe e diventò grande amico di Van Gogh, il quale gli fece scoprire la xilografia giapponese. Nel 1884 andò a vivere nel quartiere di Montmartre, un luogo di grande ispirazione e fermento non solo artistico, infatti Henri vi condurrà una vita molto intensa. Assiduo frequentatore di cabarèt, caffè e bordelli; ospite fisso del Moulin Rouge e di altri teatri e locali di Parigi tanto da venir definito "l'anima di Montmartre". Era inoltre un alcolista e soffriva di crisi depressive e nevrosi, tanto che sarà addirittura ricoverato in manicomio negli ultimi anni della sua vita. Dei suoi vent'anni di produzione rimangono ben 600 dipinti, ma Henri è ricordato soprattutto come uno dei più geniali grafici della storia dell'arte, soprattutto nell'uso della litografia. Spesso gli venivano commissionati manifesti pubblicitari per i locali parigini (alcuni riportati in questo post) ed Henri li rese dei veri capolavori entrati di diritto nella storia. Queste celeberrime "pubblicità" sono state, e sono ancor oggi, fonte di ispirazione per grafici; ma soprattutto sono entrate nell'immaginario collettivo. Con i suoi manifesti Henri ci racconta la vita della Parigi di fine '800, rendendo immortali tutte quelle figure umane (camerieri, ballerine, proprietari, clienti) rappresentative della Belle èpoque.
























lunedì 26 maggio 2008

Pallas - Beat the Drum



Pallas - Beat the Drum (1998)

Genere Progressive Rock / Progressive Metal

Band Prog inglese formatasi nel 1980 i Pallas possono essere considerati appartenenti alla corrente neoprogressive, simili ai Pendragon, ai Transatlantic (anche se molto più recenti come formazione) e ai Marillion.
Beat the Drum è il loro quinto album, ma è il primo ad avere un sound più tendente al prog-metal stile Dream Theater.
Suoni ricercati, rapidi e continui cambi ritmo, tastiere sempre in funzione: questi sono i Pallas.
Tracce da non perdere: Hide & Seek e Blood & Roses di cui posto il video Live a Glasgow del 2007.

Tracce:

1. Call to Arms (6.27)
2. Beat the Drum (9.17)
3. Hide & Seek (4.42)
4. Insomniac (7.40)
5. All or Nothing (4.53)
6. Spirits (5.41)
7. Man of Principle (5.43)
8. Ghosts (8.15)
9. Blood & Roses (4.52)
10. Wilderness Years (6.01)
11. Fragments of the Sun (8.01)

Durata 56 Minuti e 14 Secondi
Etichetta Inside Out


venerdì 23 maggio 2008

Pendragon - The Masquerade Overture



Pendragon - The Masquerade Overture (1996)

Genere Progressive Rock

Album capolavoro per la rock band inglese Pendragon, caratterizzata soprattutto per gli assoli virtuosi e la voce acuta di Nick Barrett (non Sid!).
Melodie quasi classiche, con orchestra e cori a più voci, ma anche tastiera, sintetizzatori, batteria e chitarra elettrica sono gli ingredienti delle 7 imperdibili tracce; suoni puliti e originalità sono gli aggettivi che meglio identificano tale produzione.
La traccia da ascoltare assolutamente è Masters of Illusion.


Tracce:

1. The Masquerade Overture (3' 02")
2. As Good As Gold (7' 15")
3. Paintbox (8' 36")
4. The Pursuit of Excellence (2' 36")
5. Guardian of My Soul (12' 39")
6. The Shadow (9' 54")
7. Masters of Illusion (12' 50")

Durata 56 Minuti e 56 Secondi
Etichetta Toff Records

giovedì 22 maggio 2008

Peggy: una vita per l'arte

Il 2008 è un anno importante per la Collezione Peggy Guggenheim: l’anno che celebra i 60 anni della Collezione a Venezia. Una lunga serie di eventi, mostre temporanee, conferenze e dibattiti, laboratori didattici, visite guidate gratuite, proiezioni di film in giardino e il concerto per il compleanno di Peggy, ripercorrerà i momenti che hanno segnato la vita della mecenate americana dal suo arrivo a Venezia nel 1948 attraverso la storia delle opere della sua Collezione, dei suoi amici artisti, del suo talento e della passione per l’arte. Partendo proprio dai contenuti delle due mostre temporanee, Coming of Age: American Art, 1850s to 1950s e Carlo Cardazzo. Una nuova visione dell’arte, questo ricco programma intende approfondire da una parte l’importanza dei legami tra Peggy e le avanguardie americane, e dall’altra la sua grande influenza all’interno del panorama artistico veneziano degli anni ‘40 e ’50, mettendo così in luce due diversi aspetti di quell’unica grande passione artistica che animò l’esistenza della straordinaria mecenate americana. Era il 1948 quando Peggy Guggenheim fu invitata da Rodolfo Pallucchini, allora Segretario Generale della Biennale di Venezia, ad esporre la propria già leggendaria collezione al Padiglione della Grecia, all’epoca impegnata nella guerra civile: per la prima volta in Europa il pubblico poteva ammirare le opere dei grandi rappresentanti dell’Espressionismo astratto americano, artisti quali Pollock, Gorky, Rothko. Appena un anno più tardi Peggy Guggenheim acquistava Palazzo Venier dei Leoni, prezioso scrigno sul Canal Grande che da allora custodisce la sua leggendaria collezione, la più importante in Italia per l’arte europea e americana della prima metà del Novecento. Durante i trent’anni trascorsi a Venezia, Peggy ha continuato instacabilmente a collezionare opere d’arte e ad appoggiare artisti internazionali e locali, come Edmondo Bacci e Tancredi Parmeggiani. Nel 1969 Peggy decide di donare il palazzo e le opere d’arte alla Fondazione Solomon R. Guggenheim, creata nel 1937 dallo zio Solomon per amministrare la propria collezione e il museo. Dal 1980, un anno dopo la scomparsa della collezionista americana, Palazzo Venier dei Leoni è divenuto un museo che oggi conta quasi 400.000 visitatori l’anno.
In occasione del 60° Anniversario della Collezione Peggy Guggenheim a Venezia, il museo ha organizzato una serie di iniziative didattiche dedicate alla propria fondatrice. Ogni ultimo sabato del mese alle 15.00 saranno infatti organizzati laboratori per bambini dai 4 ai 10 anni ispirati a Peggy, alla sua vita avventurosa, al Palazzo sul Canal Grande e al suo amore per l'arte e per la città di Venezia.
Dal 7 di gennaio, oltre alle attività destinate ai più piccoli, la Collezione Peggy Guggenheim organizza presentazioni gratuite per il pubblico adulto. Tutti i giorni alle 12.00 e alle 16.00 i visitatori potranno saperne di più sulla storia della famiglia Guggenheim, sui numerosi viaggi di Peggy tra Europa e Stati Uniti e sulle importanti amicizie della mecenate con gli artisti e gli intellettuali di tutto il mondo. Alle 15.30 il pubblico potrà invece ascoltare il racconto dell'arrivo di Peggy a Venezia, il suo rapporto con la città, con la Biennale e con gli artisti veneziani dei quali fu amica e collezionista.

martedì 20 maggio 2008

Corto: la lumaca turbo

Ecco un corto molto ben fatto. L'animazione mostra una lumaca che stufa della sua situazione decide di cambiare. Davvero interessante.

lunedì 19 maggio 2008

King Crimson - In the Court of the Crimson King



King Crimson - In the Court of the Crimson King (1969)

Genere Progressive Rock

Album d'esordio per i King Crimson, gruppo progressive rock inglese fine anni 60.
5 tracce psichedeliche al massimo, 41 minuti di tecnicismi ricercatissimi e di originalità inaudita per l'epoca.
Difficile definire Progressive questo album... contiene una miriade di generi: folk,
rock, jazz, melodie classiche e riminescenze rinascimentali.
La traccia consigliata è senza dubbio l'ultima: The Court of the Crimson King.


Tracce:

1. 21st Century Schizoid Man
[Mirrors] - 7:20
2. I Talk to the Wind
- 6:05
3. Epitaph
[March for no Reason and Tomorrow and Tomorrow] - 8:47
4. Moonchild [The Dream and The Illusion]- 12:11
5. The Court of the Crimson King
[The Return of the Fire Witch, The Dance of the Puppets] - 9:22

Durata 41 Minuti e 19 Secondi
Etichetta Island Records

mercoledì 14 maggio 2008

Visite al Palazzo Patriarcale

l Patriarca di Venezia apre la propria casa ai visitatori, accogliendoli nelle sale che egli stesso utilizza nella vita di tutti i giorni per incontri ufficiali, pubblici e privati. Occasione assolutamente unica, sarà possibile essere accolti e guidati nelle sale del Palazzo Patriarcale, adiacente alla Basilica di San Marco in piazzetta dei Leoncini, ogni venerdì a partire da venerdì 9 novembre 2007. Nel Palazzo (opera della prima metà dell’Ottocento dell’architetto Lorenzo Santi, i cui restauri sono appena terminati) è visibile una collezione che raccoglie opere dal Quattrocento all’Ottocento, provenienti soprattutto da chiese soppresse o non più aperte al culto, oltre a donazioni e prestiti temporanei. Fra le numerose opere il nucleo principale è costituito dal ciclo di tele sulle Storie di Santa Caterina d’Alessandria proveniente dalla chiesa veneziana omonima e di proprietà della Soprintendenza per il Polo Museale veneziano, realizzato da Jacopo Tintoretto e bottega. Accanto a queste sono visibili la Natività di Giambattista Tiepolo, della Basilica di San Marco, ed altre significative tele di Palma il Giovane. Nell’insieme, si tratta di un nucleo prestigioso che, con altri esempi in parte inediti e sconosciuti, rende la visita al palazzo un evento straordinario. Ma inedita è anche la preziosa opportunità di visitare i luoghi privati e pubblici del Patriarca di Venezia come la Sala del Tintoretto (che ospita il ciclo di Santa Caterina), la Sala da pranzo, la Sala dei Banchetti, il Vestibolo, lo Studio, la Sala dei Papi e la Galleria dei Patriarchi, la Cappella privata, oltre all’appartamento che fu del patriarca Luigi Sarto, poi Papa San Pio X che qui abitò dal 1894 al 1903, che ospita alcuni suoi ricordi personali.

Le visite si svolgono durante tre turni:
ore 15.00
ore 16.00
ore 17.00
Per partecipare è richiesta la prenotazione presso l’Ufficio Pastorale del Turismo.
La visita parte dal Museo Diocesano, dove va acquistato il biglietto, e dura 1 ora.
Il biglietto € 10,00 consente anche la visita libera al Museo Diocesano, usufruibile anche in un’altra data (ingresso gratuito ai bambini fino ai 5 anni).

lunedì 12 maggio 2008

Dylan Thomas


Il 5 novembre 1953 Dylan Thomas è al Chelsea Hotel a New York; lo stesso Chelsea Hotel dove Dylan (Bob) scriverà Sad-Eyed Lady of the Lowlands per la moglie Sarah; lo stesso Chelsea Hotel di Joan Baez, di Leonard Cohen e altri artisti sregolati che vi troveranno rifugio. In una stanza di quel celebre hotel una ventina di whiskies lisci gli saranno fatali e dopo 5 giorni di coma il poeta gallese morirà. Dylan Thomas era un bohémien, un pacifista, un alcolista (si presentò alla visita di leva completamente sbronzo), un uomo che non sapeva gestire i suoi soldi e che viveva su una barca, e probabilmente uno dei più grandi poeti inglesi moderni. Le sue liriche sono folgorazioni, visioni, sogni, misticismo, ritmo e melodia (non andrebbero lette, andrebbero cantate, nella migliore tradizione dei bardi del Galles). La genesi delle sue poesie, come dichiarava lui stesso, era un travaglio interiore, era rincorrere un immagine per svelarne una più in profondità, un continuo flusso di visione in visione verso l'abisso o il paradiso. Thomas ha scritto su tutto, sulla nascita, sulla morte, sull'amore, sulla natura, sul sesso con un linguaggio magico ed onirico a volte veramente difficile da seguire. E allora anche se non si comprende appieno il significato non resta che abbandonarsi alla bellezza dei versi. "Una bella poesia é un contributo alla realtà. Il mondo non è più lo stesso dopo che gli si è aggiunta una bella poesia." (Dylan Thomas 1914-1953)

domenica 11 maggio 2008

The Clash - London Calling




The Clash - London Calling (1979)

Genere Punk

Il successo di pubblico e critica negli USA per i Clash, fino ad allora famosi soltanto nella natia Gran Bretagna e in parte d'Europa arrivò con questo album doppio (allora uscivano in vinile, ovviamente) pubblicato nel dicembre 1979 però venduto al prezzo di un album singolo (su specifica insistenza della band). Il nuovo lavoro della band accostava al punk classico molti generi quali il il reggae o il rockabilly american style.
L'album è una pietra miliare della storia della musica non solo punk; le tracce indimenticabili sono Train in Vain, Lost in the Supermarket, Clampdown e London Calling . Il tema politico è frequente nei testi : The Guns of Brixton parla del quartiere popolare londinese abitato da immigrati; Spanish Bombs tratta la guerra civile spagnola; Clampdown dei crimini nazisti; Lost in the Supermarket è una critica al sistema capitalista; Koka Kola una forte critica alla realtà americana. Revolution Rock invece può essere considerato il testamento politico della band.
Curiosità: London Calling è considerato in Inghilterra tra i migliori album degli anni Settanta, negli Stati Uniti degli Ottanta.

Tracce:

1. London Calling
- 3:20
2. Brand New Cadillac
- 2:08
3. Jimmy Jazz
- 3:54
4. Hateful
- 2:44
5. Rudie Can't Fail
- 3:29
6. Spanish Bombs - 3:18
7. The Right Profile
- 3:54
8. Lost in the Supermarket
- 3:47
9. Clampdown
- 3:49
10. The Guns of Brixton
- 3:09
11. Wrong'em Boyo
- 3:10
12. Death or Glory
- 3:55
13. Koka Kola
- 1:47
14. The Card Cheat
- 3:49
15. Lover's Rock
- 4:03
16. Four Horsemen
- 2:55
17. I'm Not Down
- 3:06
18. Revolution Rock
- 5:33
19. Train in Vain
- 3:09

Durata 64 Minuti e 59 Secondi
Etichetta Epic

mercoledì 7 maggio 2008

Matthias BRANDES - La scabra materia dei sogni

Matthias BRANDES

La scabra materia dei sogni
Matthias Brandes è un pittore anomalo. Un pittore che usa la tela come supporto per definire e scolpire una realtà magica, fatata. Incide con il pennello un modo incantato, un paesaggio affascinante dove le case si accatastano una sull'altra in equilibrio instabile o emergono da piatte lagune immerse in un silenzio irreale. Guardando questi dipinti la prima cosa che si nota è il materiale ruvido con il quale sono stati fatti questi edifici. Brandes ottiene questa materia usando tempera all'uovo grassa, senza acqua, mescolata con il colore ad olio. Tutto ciò da l’idea di un quadro tridimensionale che spinge lo spettatore a toccare con mano per accertarsi della consistenza dello stesso.
La pittura di Matthias Brandes è tutta nel suo impatto immediato, nelle emozioni che fa risuonare dentro di noi toccando le nostre corde più profonde. E' una pittura che incanta proprio per quel suo non fornire né cercare spiegazioni. La sua logica è quella che presiede i sogni.
E’ tutto un susseguirsi di solidi geometrici addossati l'uno all'altro come nel gioco del domino, poi un cipresso, una cupola, un altro tetto. La sensazione è la medesima, sia che quelle case mantengano un se pur minimo grado di realtà perché adagiate su una roccia o sulla superficie calma dell'acqua, sia che si rivelino gli elementi di una natura morta appoggiata su un tavolo dalla tovaglia immacolata. Resta invariata l'essenza di quel loro essere al tempo stesso vere e sognate.


dal 03 maggio 2008 al 03 giugno 2008
Galleria Polin Treviso Vicolo San Pancrazio, 20
Per informazioni: 0422-580004 340.3356420

martedì 6 maggio 2008

Arte con le ombre.

Ecco l'ultima trovata di un gruppo di artisti. Esibirsi in un teatro senza nessun effetto scenografico servendosi solamente della propria ombra. Ecco nascere incredibili coreografie. Guardatelo!!

lunedì 5 maggio 2008

Adolfo Wildt


Adolfo Wildt è uno scultore italiano vissuto tra il 1868 e il 1931. Nonostante sia un maestro nella lavorazione del marmo (paragonabile a Canova) è sconosciuto a molti, forse perchè le mostre a lui dedicate in questi ultimi 50 anni si contano sulle dita di una mano. Wildt nasce a Milano da una famiglia di origine svizzera molto povera, dovrà lasciare la scuola a 9 anni e lavorare come garzone da un parucchiere e poi da un orafo. A 11 anni entra nella bottega di Giuseppe Grandi, dove impara a scolpire e poi si iscrive a Brera all'Accademia. Durante una sua esposizione a Brera conosce un ricco collezionista prussiano, Franz Rose, che diventerà suo amico e mecenate, finanziando le sue opere fino al 1912. Nel 1921 fonda a Milano una scuola del marmo. Guardando le opere di Wildt si nota subito la cura maniacale dell'artista nello scolpire il marmo e successivamente nel levigarlo e lucidarlo dando al materiale purezza e plasticità. La luce può così giocare sulle superfici perfettamente lisce evidenziando la misticità ed il senso onirico delle forme. Nelle sue opere Wildt esalta il senso del silenzio, della malinconia, della sofferenza della vita, ma anche della gioia e della delicatezza. Spesso lo scultore deforma le figure, accentuando uno zigomo, un sopraciglio allo scopo di esprimere il sentimento desiderato. Questo suo modo di rappresentazione della realtà lo accomuna ai pittori espressionisti. Come scrisse egli stesso: "Scolpire significa immettere lo spirito nella materia".








San Francesco




















Filo d'oro

domenica 4 maggio 2008

Kraftwerk - Autobahn


Kraftwerk - Autobahn (1974)

Genere Elettro-pop-rock

Quarto album dei tedeschi Kraftwerk, forse il gruppo più influente e importante nella storia della musica elettronica. Autobahn è considerato all'unaminità una pietra miliare della musica elettronica.
Nell'album, oltre agli immancabili sintetizzatori e le tastiere sono presenti anche strumenti non elettronici, come flauti,violinie chitarre, che danno al lavoro una varietà musicale molto marcata.
L'album "parla" dell'esperienza di guida in autostrada: dalla monotonia del viaggio, al fascino della velocità, alla compagnia che può tenere la musica durante il tragitto.
Un disco da ascoltare con impegno si può dire, come del resto anche gli altri lavori della band a causa della complessità della musica dei Werk.
Da notare la bellissima copertina dell'artista Emil Schult.
Tracce da ascoltare: praticamente tutte...

Tracce:
1. Autobahn (Hütter, Schneider, Schult) - 22:40
2. Kometenmelodie 1 (Hütter, Schneider) - 6:25
3. Kometenmelodie 2 (Hütter, Schneider) - 5:44
4. Mitternacht (Hütter, Schneider) - 4:40
5. Morgenspaziergang (Hütter, Schneider) - 4:03

Durata 42 Minuti e 27 Secondi
Etichetta Mercury